BEATA MARGHERITA COLONNA: FIGLIA DI SANTA CHIARA

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Nata da una nobile famiglia romana, le fu imposto il matrimonio, ma ella rifiutò: voleva diventare clarissa.

All’età di vent’anni, si ritirò con altre compagne a Castel S. Pietro, presso la Chiesa di S. Maria della Costa.

Indossò il saio e pose sotto di esso, il cilicio per la penitenza.

Visse da anacoreta per qualche anno, i suoi genitori si vergognavano di lei, era uno scandalo per tutta la città.

Con il fratello Giacomo, andò a Roma a pregare sulla tomba degli Apostoli Pietro e Paolo, e chiese la forza di seguire Cristo per tutta la vita.

Distribuì i suoi averi ai poveri, ed iniziò una nuova forma di vita: con l’aiuto del fratello Giacomo cardinale, fondò un monastero su una montagna vicino, dove si pregava e lodava il Signore.

Si occupò anche dell’assistenza e della cura dei malati e dei poveri, distribuendo cibo e medicinali.

Subito si sparse la voce della fama di santità della Beata Margherita: la sua unione con Cristo, povero e sofferente, cresceva sempre di più.

Aveva solo 29 anni, quando una grave malattia la costrinse a letto. Dopo poco tempo morì.

Il suo sepolcro divenne immediatamente meta di pellegrinaggi, oggi le reliquie si trovano nella chiesa di Castel S. Pietro, vicino Palestrina.

Margherita è stata una colonna per il passato e per il futuro: a lei guarda chi , amando di più Gesù e Maria, vuole farsi santo.

Proposito: una corona del Rosario per tutte le consacrate

SANTI INNOCENTI MARTIRI: IL SANGUE DEI BAMBINI

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Quando Erode si accorse di essere stato ingannato dai Re Magi, decise di uccidere i bambini di Betlemme, quelli da due anni in giù, e se Giuseppe non avesse creduto all’Angelo e non fosse fuggito in Egitto, lo stesso Gesù sarebbe morto.

L’innocente, è colui che si affida senza malizia alla madre, e nessuno è più innocente di un bambino.

Purtroppo oggi, quest’innocenza viene minata dal principio, e non soltanto con l’eliminazione su vasta scala della persona, con l’uccisione di milioni di innocenti (aborto), ma anche con le tecnologie, come televisione ed Internet, dove il bimbo innocente scopre e guarda spettacoli privi di decenza.

Ma c’è di più: i nostri insegnanti seguono corsi di aggiornamento e di perfezionamento sulle “nuove tendenze”, il diritto naturale viene calpestato, ed il bambino viene affidato a chi capita, senza poter avere una madre ed un padre con cui crescere.

La Chiesa vuole farci riflettere, oggi, su cosa s’intenda per “inncenza” e come noi stiamo facendo di tutto per toglierla ai bambini di oggi.

Il bambino davanti a Cristo ed alla Chiesa, assume una valenza importantissima: non aveva detto Gesù stesso di farsi come un bambino per entrare nel Regno dei Cieli?

Oggi la Chiesa ricorda e commemora, insieme ai Santi Inncoenti, anche tutt quei bimbi che nei secoli di cristianesimo, versarono il sangue per Cristo.

E sono davvero tanti.

Basti pensare nell’antichità a San Tarcisio, San Pancrazio, Sant’Agata, San Pancrazio e nel Messico Martire il Beato Josè Sanchez, il martire ucciso dai partigiani Rolando Rivi, ed Alois Grodze ucciso dai partigiani slavi dopo essere stato torurato barbaramente.

Bambini e ragazzi pieni d’innocenza e di amore a Cristo, la cui unica “colpa” era quella di essere cristiani.

Esempi per riflettere e modelli per vivere.

Preghiamo Maria, affinché non ci siano più persecuzioni e martirii, mai più sangue ma solo la gioia della fede.

Proposito: una corona del Rosario per tutti i bambini ed i giovani perseguitati nel mondo

SANTO STEFANO: LA CORONA DEL MARTIRIO

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La celebrazione liturgica di questo Santo, segue la nascita di Cristo: nei giorni seguenti alla manifestazione del Figlio di Dio, furono posti i santi più vicini alla sua vita ed i primi che resero testimonianza con il martirio.

Il 26 Dicembre è Santo Stefano, primo martire della cristianità, poi segue san Giovanni, discepolo prediletto di Gesù, infine i Santi Martiri Innocenti, coloro che furono uccisi al posto di Gesù.

Santo Stefano era forse un giudeo educato alla cultura ellenistica; grazie alla sua fede e cultura, divenne uno dei primi diaconi di Gerusalemme.

Infatti, a causa di dispute tra i discepoli, gli Apostoli scelsero un gruppo di sette, di cui faceva parte lo stesso Stefano, i quali, come gli odierni diaconi, avevano il compito di assisterli nel ministero.

Gli eberei ellenistici, vedendo il gran numero di convertiti, lo accusarono di “pronunziare dichiarazioni blasfeme contro Dio e Mosè.

In un lungo discorso, il Santo ripercorse tutte le Sacre Scritture, in cui si testimoniava che il Signore aveva preparato, per mezzo di patriarchi e profeti, l’avvento del Giusto.

Poi alzò gli occhi al cielo e disse:

“Contemplo i cieli aperti ed il Figlio dell’uomo, che sta alla destra di Dio”

I presenti si scagliarono contro di lui e lo lapidarono, il furore del popolo era incontrollabile.

Mentre il Santo, insanguinato per i colpi ricevuti, crollava a terra, chiese perdono a Dio per i suoi uccisori.

Santo Stefano è stato il primo martire, il primo di una lunga schiera di figli di Maria, Regina dei Martiri: quando la fede è più forte anche della morte.

Proposito: una corona del Rosario per tutti i cristiani perseguitati

SAN GIOVANNI DA KETY: IL PROFESSORE SANTO

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Sin da piccino, si mostrò di un’ intelligenza straordinaria.

A 27 anni era docente di filosofia, dopo gli studi di teologia, a 34 anni, fu ordinato sacerdote.

Insegnò all’Università di Cracovia, città a cui era tanto affezionato, e si distinse tra tutti per virtù e preghiera.

Fu anche precettore dei principi della casa reale polacca, tra cui anche il principe Casimiro.

Tra le virtù preferite da Giovanni, c’era proprio la carità verso i poveri e gli affamati: molti affermarono di averlo visto entrare nei rifugi dei poveri di Cracovia, sfamandoli, portandogli ciò di cui avevano bisogno.

Andò come pellegrino prima a Roma, poi in Terrasanta: viaggiava sempre a piedi, con il Rosario in mano.

Si fece difensore dei cittadini più deboli e più esposti ai mali della società, scrisse commenti alle Scritture ed a San Tommaso: era un gigante di sapienza e virtù.

Lungo le strade e nelle case di Cracovia, teneva lezioni d’amore tra malnutriti ed ammalati, poveri e sofferenti.

E’ il patrono della “Caritas”, San Giovanni, lui che nella vita aveva amato Maria, sede della sapienza e Madre dei poveri.

Proposito: una corona del Rosario per tutti i volontari della Caritas

SANTA FRANCESCA SAVERIO CABRINI: LA MADRE DEGLI EMIGRANTI

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Tra il 1901 ed il 1913, emigrarono in America quasi cinque milioni di italiani. Un vero problema sociale.

Una santa italiana, Santa Francesco Saverio, si fece madre di questi uomini e donne che sfidavano l’oceano pur di trovare fortuna.

Da giovane, non fu accettata in convento per la sua salute malferma; accettò l’incarico di occuparsi di un orfanotrofio, al servizio dei piccoli e degli ultimi.

Nel 1880, aveva solo 30 anni, la Santa fece molto di più: con un gruppo di altre ragazze e giovani, costituì il primo nucleo delle Suore missionarie del Sacro Cuore, ispirate al missionario San Francesco Saverio.

La giovane voleva andare in Cina, ma il Papa le indicò come luogo di missione l’America, dove numerosi migranti italiani vivevano in drammatiche condizioni.

Nelle prime delle sue ventiquattro traversate, condivise i disagi e le incertezze degli emigranti italiani; costruì case, scuole ed ospedali, a New York, a Chicago fino in California.

Il 22 Dicembre 1917, durante l’ennesimo viaggio a Chicago, spirò dolcemente.

Il suo corpo fu traslato a New York, nella chiesa annessa alla “Mother Cabrini High School”, affinché, anche da morta, potesse essere più vicina ai suoi “figli”.

Se Cristoforo Colombo ha scoperto l’America, allora Santa Francesca ha scoperto gli emigranti italiani.

Un grande cuore di madre, come Maria, l’ha resa portatrice del Vangelo tra i disperati e gli abbandonati. Una vita intensa che non potrà mai essere dimenticata.

Proposito: una corona del Rosario per tutti coloro che abbandonano il proprio Paese per difficoltà di ogni tipo

SAN LIBERALE: IL CONSOLE SANTO

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Era un console di successo, proveniente da una delle famiglie più nobili di Roma, ma non esitò ad offrire la propria vita per difendere Cristo: questa è stata la vita gloriosa di San Liberale, martire cristiano nato probabilmente nel III secolo a Roma.

Folgorato dal cristianesimo, rinunciò a tutte le ambizioni politiche, spogliandosi dei beni materiali per diffondere la parola di Dio.

Ma San Liberale correva un grosso rischio: erano in atto, in quel periodo, le feroci persecuzioni, che lo porteranno ben presto alla morte.

Catturato dai soldati, torturato e sottoposto a sofferenze di ogni tipo, non rinunciò mai alla sua fede, testimoniando in maniera eroica il suo essere cristiano.

Portato al cospetto dell’Imperatore Claudio il Gotico, non si fece intimorire e fu condannato a morte: spirò, pregando incessamente Cristo per i suoi persecutori.

E’ stato sepolto lungo il cimitero della Via Salaria, dove un suo devoto, Florio, fece erigere in suo onore un mausoleo tombale, per ringraziare il santo di averlo liberato, con il suo esempio, da una vita di peccato.

San Liberale: un figlio di Maria, un martire di Roma, un santo del quotidiano.

Proposito: pregare una corona del Rosario per tutti i cristiani perseguitati nel mondo

BEATA MARIA EVA DELLA PROVVIDENZA: QUANDO IL SANGUE GERMINA NUOVA VITA

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E’ stata beatificata il 13 Giugno 1999 da S.Giovanni Paolo II, insieme ad altri 107 martiri polacchi.

Subirono torture e maltrattamenti, la maggior parte finì nei campi di concentramento, fucilati o massacrati perché cristiani.

Quando l’odio verso la fede è grande, gli uomini sono capaci di compiere azioni mostruose.

La Beata Maria Eva fa parte di questa numerosa schiera, vergine della Congregazione delle Suore dell’Immacolata Concezione, durante l’occupazione della Polonia in guerra, il 19 Dicembre 1942, fu fucilata, mentre recitava il Rosario e perdonava i suoi uccisori.

Martiri ed eroi di fede, come il Beato Josè, come San Tarcisio, San Pancrazio, Sant’Agnese, stelle fulgide in un mondo che rifiuta il cristianesimo.

Ringraziamo Maria di aver dato ai martiri la fortezza necessaria, nell’ affrontare ogni tipo di sofferenza e tortura, e di averli resi esempio per tutti i cristiani.

Proposito: una corona del Rosario per i cristiani di tutto il mondo

BEATA NEMESIA VALLE: UN OLOCAUSTO D’AMORE

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Una vita segnata dalla sofferenza sin dall’infanzia: a 5 anni morì la madre della Beata, ed il padre si risposò.

La giovane fu costretta a subire umiliazioni, rimproveri e dispetti: cercava però nella preghiera il suo conforto.

Si legò alle suore di Santa Giovanna Antida Thouret, dedite alla carità ed alla cura degli infermi; quando il padre le propose di sposarsi, ella rifiutò:

“Ho promesso al Signore di offrire la mia vita per salvare molte anime”

Il 7 Settembre 1866, entrò nella Casa provinciale a Vercelli.

Si dedicò all’assistenza ed all’istruzione di molte bimbe orfane: le faceva scrivere su dei foglietti di carta dei brani del Vangelo, e li faceva seminare sulle vie più frequentate della città, affinché le persone rafforzassero il proprio spirito di fede.

Aiutava tutti: mendicanti, soldati, poveri, ammalati, madri di famiglia.

Nel 1886 divenne Superiora dell’Istituto San Vincenzo a Tortona: era la prima ad alzarsi, l’ultima ad andare a dormire.

Sempre gioiosa e sorridente, caritatevole verso tutti, pronta a consumarsi pur di aiutare un’anima.

Di notte, scriveva lettere per aiutare chi era sconfortato, chi aveva perso la fede, chi aveva bisogno di consiglio.

Durante il colera, aprì le porte dell’Istituto agli ammalati, cedendo anche la sua stanza per la cura degli indigenti.

Dopo poco tempo venne trasferita come maestra delle novizie: la pena fu grande, la croce era vicina.

Perseguitata e calunniata, sopportò feroci umiliazioni ed ingiustizie.

Lì, nel silenzio, procedeva la sua ascesi, la sua salita verso Dio.

Sempre più stanca ed affaticata, suor Nemesia spirò il 18 Dicembre 1916: si era consumata per le sue innumerevoli figlie spirituali, così come Maria, e la sua vita era stata un olocausto continuo d’amore.

Proposito: una corona del Rosario per tutte le Madri Superiore

SAN GIOVANNI DE MATHA: IL LIBERATORE

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Prima docente di Teologia a Parigi, poi Sacerdote all’età di 40 anni.

Durante una Messa, comprese quale sarebbe stata la sua vocazione nella Chiesa: in una visione, vide un Uomo radioso che teneva in mano due uomini incatenati.

L’Uomo gli disse di liberare i prigionieri.

Giovanni capì che l’Uomo radioso era Cristo, i due incatenati rappresentavano gli schiavi cristiani e musulmani.

Comprese che la sua missione sarebbe stata quella di liberare gli schiavi cristiani in Africa.

Giovanni si ritirò vicino Parigi, per pregare e meditare; spiegò l’idea a quattro eremiti, i quali subito accettarono.

In pochi anni, nacque l’Ordine della Santissima Trinità, con regole austere, comunità piccole.

Papa Innocenzo III approvò l’Ordine e successivamente, alcuni religiosi partirono per la loro prima spedizione in Marocco.

I Trinitari, visitarono mercati, piazze, luoghi di lavoro e prigioni: trattarono e liberarono in maniera regolare i primi duecento schiavi.

In pochi anni, i Trinitari aumentarono sempre di più, mentre il frutto della loro preghiera era evidente:  a sempre più schiavi venivano tolte le catene, per poter ricominciare di nuovo a vivere.

Giovanni si lanciò in un attivismo frenetico, dettato dalla carità verso gli oppressi che lo bruciava, moltiplicando le spedizioni di riscatto.

Il 17 Dicembre 1213, Giovanni de Matha, 60 anni circa, spirò in concetto di santità a Roma, dopo aver donato la libertà a centinaia e centinaia di persone.

Come Maria, Giovanni de Matha si era messo al servizio dei deboli e degli opprressi, e Lei l’aveva portato con sè, dopo una vita eroica nella carità.

Proposito: una corona del Rosario, per la liberazione degli schiavi in tutto il mondo