BEATO JOHN HENRY NEWMAN: DALLE OMBRE E DAGLI SPETTRI ALLA VERITA’

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Il Regno Unito non potrà che esultare di fronte al cardinale John Henry Newman, beatificato nel 2010 da Papa Benedetto XVI.

Tutta la sua vita è stata un anelito costante alla Verità, così come quella di Sant’Agostino, il quale nel 397 d.C, iniziò la stesura delle famosissime Confessioni, in cui descrive il suo cammino verso Dio.

Nella vita di ogni cristiano, l’Immacolata è sempre presente con un’azione discreta e quasi “invisibile” nell’orientare l’anima a Dio.

Ed è proprio ciò che è successo al Beato Newman.

Nato a Londra nel 1801, in un periodo in cui le idee religiose erano molto confuse, abbracciò l’anglicanesimo per la prima parte della sua vita, per poi convertirsi al cattolicesimo nel 1845.

Cosa può averlo portato ad una conversione così totale?

Di certo il suo amore verso i Padri della Chiesa, capostipiti della Chiesa Romana, ma soprattutto la sua preghiera umile e silenziosa.

“Guidami Tu Luce amica…”

E’ questo l’inizio di una delle sue più famose composizioni.

L’uomo che per tutta la sua vita ha cercato la Luce, pronuncia la sua confessione entrando nella Chiesa Romana, davanti ad un altro santo, il passionista Beato Domenico Barberi.

Per difendersi dagli attacchi dei suoi nemici, Newman scrisse un’ “Apologia pro vita sua”, in cui ripercorre le tappe e l’evoluzione dell’Occidente, a partire dall’età antica e dal momento in cui il Cristianesimo modifica i parametri umani verso una nuova Verità, fino alle vicende a lui contemporanee.

Riconosce la Chiesa di Roma come unica Chiesa, e la difende con “la carta e con la voce”, senza curarsi delle difficoltà che gli derivano.

Comprende che la Chiesa deve vigilare sulle novità in campo dottrinale lasciate ai singoli, ed evitare che questi si allontanino dalla Verità.

Tutta la sua vita è stata un “cor ad cor loquitur”, cioè un cuore che parla al cuore, un rapporto a due tra uomo e Dio.

La composizione che più definisce la sua vita e la sua ricerca interiore è “Guidami Luce amica”.

Sant’Agostino nel libro X rivolge a Dio una preghiera “cuore a cuore”, scrivendo il famoso passo:

“Tardi ti amai bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai […]”

Allo stesso modo, Newman “scopre” la Verità, Dio: la sua anima, a lungo avvolta dall’oscurità, può finalmente lodare il Creatore.

Dalle tenebre e dall’inganno alla Verità.

Ma non da solo, certo. Guidato.

“Guidami, Luce Amica, nel buio intorno, guidami Tu!

La notte è scura, e io lontano da casa guidami Tu!

Guida Tu i miei piedi; io non Ti chiedo l’orizzonte intero, un passo sol mi basta.

Non sempre è stato così, non Ti chiedevo che mi guidassi Tu.

Volevo scegliere io la strada, ma adesso guidami Tu!

Amavo onori e lodi: Ti temevo, eppure c’era l’orgoglio in me, non ricordarlo più!

Sempre mi hai dato forza, certo mi guiderai ancora!

Per forre e steppe, sopra scogli e abissi, finchè non è più notte e con l’alba nuova ecco sorridermi volti d’angelo amati tanto, perduti sol per poco.”

(Beato John Henry Newman)