SAN POLICARPO: L’EROE DI SMIRNE

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Nato da una famiglia benestante, venne messo a capo dei cristiani circa verso l’anno 100.

Nel 107, fu testimone di un evento straordinario: passava per Smirne Ignazio, Vescovo di Antiochia, diretto a Roma per subire il martirio.

Policarpo lo ospitò e più tardi ricevette da lui anche una lettera: probabilmente, Policarpo trovò la forza per affrontare il martirio, anche grazie all’esempio di Ignazio.

Durante l’Impero di Antonino Pio, scoppiò una feroce persecuzione anticristiana: un gruppo di facinorosi, trascinò nello stadio anche Policarpo anziano (aveva 86 anni!), per ucciderlo.

Il governatore Quadrato volle risparmiarlo, e gli disse di fingersi non cristiano.

Policarpo rispose tranquillo:

“Io sono cristiano”.

Poi si diresse verso il rogo. Era il 23 Febbraio, circa le due di pomeriggio.

L’anziano Vescovo fu ucciso con la spada, dopo aver servito la Chiesa con il suo ministero, dopo aver dato grande esempio di santità.

Maria l’aveva chiamato a sé, come testimone di fede.

Proposito: non vergognarsi di difendere la propria fede

SANT’AGNESE: LA MARTIRE BAMBINA

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Sgozzata come un agnello durante le persecuzioni di Diocleziano nel 304 d.C, Agnese aveva solo 13 anni quando affrontò il martirio: un’esistenza che, pur breve, continua ad essere ricordata.

Si era consacrata a Cristo, piccola ed intrepida vergine, ed aveva rifiutato il prefetto di Roma, il quale vistosi respinto, la denunciò in quanto cristiana.

Sant’Ambrogio nel “De Virginibus” scrisse a proposito:

“La sua consacrazione è superiore all’età, la sua virtù superiore alla natura: così che il suo nome mi sembra non esserle venuto da scelta umana, ma essere predizione del martirio, un annunzio di ciò ch’ella doveva essere. Il nome stesso di questa vergine indica purezza. La chiamerò martire: ho detto abbastanza… Si narra che avesse tredici anni allorché soffrì il martirio. La crudeltà fu tanto più detestabile in quanto che non si risparmiò neppure sì tenera età; o piuttosto fu grande la potenza della fede, che trova testimonianza anche in siffatta età. C’era forse posto a ferita in quel corpicciolo? Ma ella che non aveva dove ricevere il ferro, ebbe di che vincere il ferro. […]”

Nell’iconografia tradizionale, è raffigurata con un agnello ad indicare il suo candore ed il sacrificio.

Una figlia di Maria, giovanissima, che ha ottenuto la corona bianca e la corona rossa nella maniera più eroica.

Proposito: una corona del Rosario per tutti i bambini del mondo

PREGHIERA A SANT’AGNESE:

O ammirabile Sant’Agnese, quale grande esultanza provasti quando alla tenerissima età di tredici anni, condannata da Aspasio ad essere bruciata viva, vedesti le fiamme dividersi intorno a te, lasciarti illesa ed avventarsi invece contro quelli che desideravano la tua morte! Per la grande gioia spirituale con cui ricevesti il colpo estremo, esortando tu stessa il carnefice a conficcarti nel petto la spada che doveva compiere il tuo sacrificio, ottieni a tutti noi la grazia di sostenere con edificante serenità tutte le persecuzioni e le croci con cui il Signore volesse provarci e di crescere sempre più nell’amore a Dio per suggellare con la morte dei giusti una vita di mortificazione e sacrificio. Amen.

SAN SEBASTIANO: IL SANGUE DELLA GLORIA

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Sotto l’uniforme da soldato c’era un cuore che ardeva solo per Dio.

Sebastiano nacque nel 263 circa a Milano, ma ben presto si trasferì a Roma.

Intraprese la carriera militare quando aveva circa vent’anni, per divenire tribuno della prima coorte della guardia imperiale, uno dei ruoli militari più importanti, in quanto si occupava della difesa dell’Imperatore.

Era stimato da tutti per lealtà ed efficienza, grazie al suo alto ruolo poteva aiutare i cristiani incarcerati, fargli visita, infondere speranza.

Fu arrestato e processato, secondo le fonti, proprio quando stava seppellendo i Santi Quattro Coronati, i martiri Claudio, Castorio, Sinforiano, Nicostrato.

Davanti all’Imperatore Diocleziano, infuriato per aver scoperto tra i suoi pretoriani un cristiano, fu processato e condannato ad una morte atroce.

Si dice che, quando fu incatenato per essere condotto al supplizio, baciò le catene, perchè “morire per Cristo è solo un guadagno.”

Legato ad un palo, fu trafitto dalle frecce;  quando la nobile matrona Irene giunse nel luogo del supplizio per dare sepoltura al martire, si accorse che respirava ancora.

Lo curò nella sua villa, ma quando Sebastiano si fu rimesso completamente, decise di non fuggire da Roma.

Scopertolo nuovamente, Diocleziano lo fece flagellare a morte: il suo corpo fu legato ad una tavola di legno sul Palatino, e Sebastiano morì per aver creduto fino alla fine in Cristo.

E’ considerato il terzo patrono di Roma, dopo gli Apostoli Pietro e Paolo ed a buon ragione: come diceva Tertulliano “il sangue dei martiri genera nuovi cristiani”.

Ringraziamo l’Immacolata Regina dei Martiri, per queste anime così coraggiose e forti, che possono solo dare gloria alla Chiesa.

Proposito: una corona del Rosario per l’unità dei cristiani

SANTA LUCIA: ALBA DEL MONDO

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In tutto il mondo è conosciuta come la martire di Siracusa, consacrata a Cristo, che preferì la tortura e la morte, alla rinuncia della sua fede.

Con la madre Eutichia,  all’inizio della sua giovinezza, Lucia andò in pellegrinaggio alla tomba di S.Agata, la martire dodicenne di Catania.

Al ritorno dal pellegrinaggio, Lucia comunicò alla madre la sua scelta di consacrarsi a Cristo: ma la giovane era già promessa sposa.

Il fidanzato, decise di denunciarla al governatore, in quanto cristiana: erano gli anni della feroce persecuzione di Diocleziano.

Portata davanti al governatore, sottoposta ad un feroce interrogatorio, con grande fierezza dimostrò un coraggio superiore alla sua giovane età.

Dopo aver pregato e perdonato i suoi uccisori, Diocleziano e Massimiano, fu decapitata.

Una giovane martire, giovane luce sul cammino di molti: un’alba per il mondo intero.

Proposito: una corona del Rosario per tutti i giovani in discernimento vocazionale

SANT’IGNAZIO D’ANTIOCHIA: MARTIRE DI FUOCO

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Figura bellissima di martire quella di Sant’Ignazio: vissuto durante le persecuzioni di Traiano (98-117 d.C), si convertì al cristianesimo da adulto, divenendo poi vescovo di Antiochia, importantissima metropoli del mondo antico dopo Roma ed Alessandria.

Grande figlio della Chiesa, era stato discepolo di San Giovanni Apostolo, tutti dicevano che era un pastore “di fuoco”, e non soltanto per il nome (Ignazio viene dal latino “ignis”, fuoco).

Durante l’impero di Traiano fu condannato “ad bestias”, ad essere sbranato dalle fiere del circo.

In un lungo e penoso viaggio, fu condotto in catene da Antiochia a Roma, dove avrebbe trovato la morte durante i giochi organizzati dall’Imperatore.

Durante il lungo tragitto, il santo scrisse sette lettere indirizzate a varie comunità: quelle dell’ Asia Minore, di Efeso, della Magnesia.

Scrisse anche una lettera per la comunità cristiana di Roma: chiese ai suoi fratelli di non intervenire per salvarlo dal martirio.

“E’ glorioso essere un sole al tramonto, essere grano che si fà frumento, proteso tutto verso Dio. Ora posso elevarmi alla Tua presenza”

Sono queste alcune delle frasi più toccanti del martire santo.

Egli lodava Dio, per essere stato scelto come testimone della sua fede. 

Prima di morire accarezzo le fiere, baciò le catene: quando si è pieni di Dio, non si teme più nulla.

Le sue lettere sono ricche di richiami all’unità della Chiesa, alla fratellanza in Cristo, all’importanza dell’universalità.

E non dovremmo forse anche noi, prendere esempio dalle prime comunità cristiane?

L’Immacolata aveva scelto Sant’Ignazio come uno dei primi martiri della cristianità.

Nel corso dei secoli, tanti saranno i santi che preferiranno la morte all’abiura di Cristo: pensiamo ai romani San Pancrazio e San Tarcisio; ai più recenti Josè Sanchez de Rio e Rolando Rivi.

Tutti martiri  in diversi periodi della storia, tutti “di fuoco”per il loro coraggio, per la loro eroicità.

Preghiamo l’Immacolata affinché renda tutti i cristiani della Terra, forti e santi come i martiri di ogni tempo.