SAN GERALDO D’AURILLAC: UN UOMO, UN CONTE, UN SANTO

san geraldo

San Geraldo era figlio del conte d’Aurillac.

Diversamente dagli altri nobili, non amava la caccia, i tornei, la guerra.

Aveva ricevuto un’ottima educazione: conosceva il canto, il diritto romano, la grammatica.

Visse nel periodo storico in cui l’impero carolingio era ormai allo stremo, a causa delle lotte tra discendenti, che portarono violenze e miserie.

Geraldo è uno dei primi laici venerati dalla Chiesa come santi: vive “nel mondo”, ma non è del mondo.

Nella vita cristiana è esemplare: preghiera, digiuni, penitenza, vive come i poveri nonostante le ricchezze.

Protegge i più deboli contro le rapine ed i saccheggi, aiuta i malati ed i pellegrini.

Visita le tombe dei grandi santi di allora, come Martino di Tours, va a Roma più volte, ama visitare la città della Chiesa e del Papa.

Fonda nel 849 ad Aurillac un monastero, posto sotto la diretta dipendenza del Pontefice: ne è solo l’ispiratore, ma non l’abate.

Si rifiutò di porre il monastero sotto le dipendenze di gerarchie feudali.

La “Regina dei vergini”, lo aveva scelto come guida e modello di tutti quei laici che offriranno la loro vita a Dio, pur rimanendo nel mondo: San Giuseppe Moscati, Santa Rosa da Viterbo e molti altri, che nel loro lavoro quotidiano esercitarono le virtù eroiche.

San Geraldo è il capofila di questa sterminata schiera.

Nel 902 circa, diventa cieco.

Si ritira in un possedimento di famiglia, sopportando eroicamente gli ultimi dolori prima della sua definitiva partenza.

Il suo corpo verrà riportato ad Aurillac, nella chiesa del monastero da lui fondato.

Alcuni decenni dopo, prenderà l’abito benedettino il giovane Gerberto, che diventerà poi Papa Silvestro II.

San Geraldo parla anche all’uomo del duemila: dimostra che la santità è traguardo aperto a tutti.