SANTA MARIA BERTILLA BOSCARDIN: LA SANTITA’ NEGLI OSPEDALI

santa maria

Da piccola disse alla mamma di voler diventare suora: già aveva capito a cosa Dio l’aveva destinata.

Nacque in una famiglia umile, si distinse a scuola sempre per ottima condotta, era mite e sensibile.

Il suo parroco si mostrò molto incerto della scelta della santa di entrare in convento: non brillava certo d’intelligenza, aveva invece una grande carità.

“Sai almeno pelare le patate?” le chiese un giorno.

L’8 aprile 1905, la giovane entra tra le Suore Dorotee di Vicenza.

Si distingue subito per umiltà, nascondimento e carità.

Svolge lavori molto semplici, come cucinare, ma ne è felice: può amare Gesù anche così.

L’8 dicembre 1907, festa dell’Immacolata Concezione, si consacra a Dio emettendo i voti solenni.

Viene mandata a Treviso a sostituire una consorella infermiera.

Si mostra subito abilissima come infermiera, dotata di una carità angelica, benvoluta da medici e malati.

Giunsero le incursioni aeree su Treviso durante la Prima Guerra Mondiale.

Nei momenti più difficili, che oggi leggiamo nei libri di storia, in cui uomini contro uomini si uccidevano tra di loro, Santa Maria Bertilla s’inginocchiava in mezzo alle corsie dell’ospedale e pregava il Rosario, sgranando lentamente le “Ave Maria”.

Questa è la sapienza dei santi.

A tutti raccomandava la devozione alla Madonna.

Si faceva come Lei nei servizi più umili e semplici, pregava e rimetteva nel Cuore di Lei tutta l’umanità.

La sua carità, la preghiera incessante, le mortificazioni, portarono alla luce un male che aveva già da molto tempo: viene operata d’urgenza per un tumore.

Gli ultimi giorni sono un Calvario per la santa: però il dolore non l’abbatte, la rende più forte nell’anima, la prepara all’incontro definitivo con Cristo.

E’ ormai famoso e diffuso in tutto il mondo, il “programma di santità” di quest’umile suora:

“A Dio tutta la gloria, al prossimo tutta la gioia, a me tutto il sacrificio”

Impariamo da lei, ad imitare le virtù dell’Immacolata: semplicità, umiltà, carità, obbedienza.

Proposito: qualche atto d’umiltà e carità durante la giornata (un servizio agli altri, sopportare una privazione, non vantarsi dei propri meriti)