Una vita tutta segnata da Maria: fin da piccolo questo missionario, fondatore e vescovo, fu molto devoto soprattutto alla preghiera del Rosario.
Da grande divenne sacerdote e chiese di essere inviato come missionario in qualunque parte del mondo.
Era un giovane di soli 28 anni.
Non potendo raggiungere questo obiettivo, chiese di essere accolto tra i Gesuiti; poco tempo dopo si ammalò e fu costretto a tornare in patria ( in Catalogna).
Per diversi anni predicò come missionario in tutta la Catalogna e le isole Canarie; fondò nel 1849 la Congregazione dei Figli dell’Immacolato Cuore di Maria, i Clarettiani, diffusi in tutto il mondo.
Fa parte della grande schiera di uomini e donne che nella loro vita diedero vita ad Associazioni e Congregazioni dedicate proprio alla Madre di Dio: da San Domenico Savio, 15 anni, a San Massimiliano Kolbe, martire e fondatore di due Città dell’Immacolata.
Sant’Antonio venne nominato arcivescovo di Santiago di Cuba, ed in uno strenuo lavoro apostolico, affrontò i gravi problemi morali, sociali e religiosi dell’isola: schiavitù, ignoranza, epidemie e terremoti.
Riformò il clero, promosse l’educazione religiosa, creando il ramo femminile della Congregazione dei Figli dell’Immacolato Cuore di Maria.
Oltre a difendere i diritti della Chiesa, difese soprattutto quelli degli strati più deboli della società.
Il suo apostolato instancabile lo rese odiato a molti: subì minacce ed attentati, uno dei quali lo lasciò ferito in volto.
Venne chiamato a Madrid come confessore della Regina.
Fu poi esiliato in Francia, ed anche qui continuò a predicare senza mai stancarsi.
Morì santamente nel monastero di Narbona, il 24 ottobre 1870.
Umile di nascita, ma spirito grande.
Forte di carattere, instancabile nella predicazione, ma abituato a vivere in unione con Dio; perseguitato ed odiato per tutto il bene compiuto in vita, stella luminosissima per la sua devozione a Maria.
Proposito: diffondere in ogni ambiente con il proprio esempio, la devozione a Maria