SANT’AMBROGIO: IL SANTO IMMORTALE

 ambrogio

A 30 anni era già console di Milano, ma aveva costantemente l’occhio rivolto al bene della popolazione: per questo si guadagnò la stima di molti.

Nel 374 a Milano, laici e presbiteri, stavano discutendo su chi eleggere come successore del Vescovo Assenzio.

Entrò Ambrogio, cercango di placare il tumulto, e subito dalla folla si levò una voce:

“Ambrogio Vescovo!”

Lui era ancora un semplice catecumeno, digiuno di teologia, ed all’idea si spaventò.

Poi accettò. Il 7 Dicembre, giorno in cui fu batezzatto e divenne Vescovo, iniziava per lui una seconda vita.

Decise di vendere e di distribuire tutti i suoi averi ai poveri, si diede allo studio della Sacra Scrittura e dei Padri della Chiesa.

Scriveva e predicava, molti accorrevano ad ascoltarlo, tra questi, ricordiamo S.Agostino, che scelse Ambrogio come maestro di fede.

In quel periodo, la Chiesa si trovava ad affrontare l’eresia ariana: nel 386 d.C, era stata approvata una legge, che autorizzava le assemblee ariane al possesso di chiese, ma in realtà bandiva quelle cristiane.

Il Santo non voleva dare agli ariani neanche una chiesa.

Si barricò così insieme al popolo, nella Basilica, mentre le truppe imperiali li avevano circondati, volendo farli morire di fame.

L’assedio si concluderà positivamente per Ambrogio.

Arrivò anche ad ammonire l’Imperatore Teodosio, per la strage di Tessalonica (390 d.C.), invitandolo pubblicamente a pentirsi.

Famosa è la frase:

“Dove c’è Pietro, lì c’è la Chiesa”

Ambrogio difenderà sempre il Papa contro i suoi avversari, affermando inoltre “di voler sempre seguire la Chiesa Romana”.

Il Santo viene inoltre considerato, l’iniziatore della mariologia latina.

Anima profondamente mariana, egli stesso scrisse:

“Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio”.

Per la Chiesa, per i suoi fedeli, Ambrogio aveva speso un’intera vita: morì il 4 Aprile 397 d.C, all’alba del Sabato Santo, quando il sole, principio di vita, stava sorgendo sulla città.

Proposito: pregare per tutti i teologi del mondo

SAN CARLO BORROMEO: IL SANTO DELL’ “HUMILITAS”

 

san carlo

L’umiltà è sempre stata il motto della sua vita, nonostante fosse nato in un famiglia nobile ed importante.

Con tutte le sue forze si dedicò al ministero episcopale, guidato dal desiderio di salvare molte anime.

“Le anime si conquistano con la preghiera umile”

E’ stato questo il suo progetto di vita.

Divenne Vescovo a 25 anni. Era un uomo di lettere, molto colto: fondò a Roma le “Notti Vaticane”, un’Accademia frequentata da importanti personalità del tempo.

Fu eletto Vescovo di Milano: nel 374 d.C, la città aveva conosciuto un altro Vescovo santo, Sant’Ambrogio, contemporaneo di Sant’Agostino e San Vigilio.

L’arcidiocesi di Milano era molto vasta: San Carlo la visitò a lungo, fondando centri di accoglienza per malati, anziani, orfani e poveri.

Aveva un cuore aperto alla carità: donò molti dei suoi beni a coloro che erano privi di mezzi, difese la Chiesa contro le mire dei più potenti, fu l’ispiratore di confraternite e di istituti a favore dei dimenticati.

Sempre con umiltà, pazienza e preghiera: digiuno e penitenza, orazione costante, grande carità.

San Carlo Borromeo divenne per tutta la Chiesa, un esempio di santità.

Umile e ricco di virtù come Maria, immerso in Dio in ogni occupazione: contemplazione ed azione in lui si fondevano insieme.

Continuò fino all’ultimo a seguire personalmente le sue fondazioni, divorato dalla febbre e dai dolori di una vita ricca di sacrifici.

Senza mai fermarsi, senza mai riposo per salvare le anime: come deve essere allora, la carità di Maria verso ognuno di noi?

E’ il 1584: San Carlo Borromeo, vita eroica e consumata solo per gli altri, muore serenamente, aggiungendosi alla schiera degli uomini di Chiesa, che si sono santificati compiendo il loro ministero fino all’ultimo istante.

Proposito: pregare una corona del Rosario per tutti i Vescovi