SANT’ANTONIO ABATE: CAPOSCUOLA DEL MONACHESIMO

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Tra i Santi più amati e conosciuti della Chiesa, c’è Sant’Antonio, il quale a soli vent’anni, orfano e con un ricco patrimonio da ereditare, si dedicò alla vita ascetica, diventando un eremita.

“Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi”

Era attratto da quest’ammaestramento evangelico, e la sua scelta lo rese in poco tempo grandissimo Santo.

Come ci riferisce Sant’Atanasio, il suo biografo, Sant’Antonio era solito pregare molto e studiare le Sacre Scritture, in uno stile di vita eroico per un giovane come lui.

Dopo qualche anno di questa vita ascetica, iniziarono a tormentarlo dubbi su dubbi, pensieri negativi, oltre all’istinto della carne ed all’attaccamento ai beni materiali.

Iniziò una dura lotta: Antonio visse in un terribile periodo di oscurità spirituale, come moltissimi altri mistici dopo di lui.

Sul suo esempio, molti giovani scelsero la vita eremitica: si costituirono così due monasteri, dove ciascun monaco aveva una grotta solitaria, e poteva avvalersi dei consigli di Sant’Antonio per il cammino dello spirito.

Sostenne l’amico e biografo S.Atanasio, impegnato a combattere l’eresia ariana, scrisse in suo favore anche una lettera all’Imperatore Costantino.

Prima di morire, si trasferì nel deserto della Tebaide per sfuggire agli occhi dei curiosi; qui il 17 Gennaio 356, a 106 anni d’età, spirò nella beatitudine, andando ad accrescere la folta schiera dei Santi.

Sant’Antonio è stato un’anima mariana, contemplativa ed orante come la Vergine in preghiera; chiediamo dunque anche noi uno spirito di preghiera così forte come lo è stato in questo straordinario Santo.

Proposito: una corona del Rosario per tutti gli eremiti

SANT’ANGELA DA FOLIGNO: MAESTRA DI TEOLOGIA

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Nata in una ricca famiglia, visse tra i benesseri ed i piaceri del mondo.

Si sposò ed ebbe dei figli, ma continuava a vivere nel peccato.

A 37 anni, la conversione: confessione totale e vita vissuta nell’austerità e nella penitenza.

Dopo breve tempo, morirono il marito ed i figli: il dolore fu straziante, ma ella perseverò nella fede, come Maria ai piedi della Croce.

Intorno al 1290, divenne Terziaria Francescana; il suo cammino spirituale verso la santità, fu contraddistinto da fenomeni mistici particolari: la sua profonda unione con Dio, non era un’utopia ma una realtà concreta, impedita solo dal peccato.

Molti santi e sante aderirono alla sua spiritualità: Beata Elisabetta della Trinità, Santa Teresa d’Avila, per citarne alcune.

Il 9 Ottobre 2013, Papa Francesco, ha iscritto Angela Foligno tra i santi, modello di donna, madre e santa, mistica innamorata di Cristo e di Maria.

Proposito: una corona del Rosario per tutte le madri di famiglia

SANTI BASILIO MAGNO E GREGORIO DI NAZIANZO: I PILASTRI DELLA CHIESA

gregorio basilio

Amici sin dalla giovinezza,  oggi la Chiesa li ricorda come i suoi pilastri.

Basilio, nato nel 330 d.C a Cesarea,  studiò ad Atene, dove conobbe Gregorio di Nazianzo: i due sarebbero stati legati dalla fede comune, dall’amore per lo studio e dalla dignità episcopale.

San Basilio fondò un monastero e scrisse due regole: è considerato l’organizzatore più importante della vita monastica in Asia Minore.

Nel 370, fu chiamato a succedere il Vescovo di Cesarea: Basilio era timoroso, i tempi erano difficili, l’eresia ariana era molto diffusa, ma egli non confidava sulle proprie fragili forze, ma in Cristo.

Rifulse per la cura ai malati ed ai poveri, insegnò ai suoi monaci la meditazione e la lettura delle Scritture; nutrì una profondissima devozione per Maria, sede della Sapienza, la vera Sapienza, che portava l’uomo alla fonte della Verità, a Cristo.

Difese con insistenza la cultura classica, da lui considerata fondamentale nell’educazione dei giovani, precisò e definì la divinità dello Spirito Santo, diede esempi eroici di obbedienza al Papa, e di carità verso l’amico Gregorio di Nazianzo.

Questi, così diverso per carattere da Basilio, aveva un temperamento da teologo e da mistico.

La sua era un’anima contemplativa, silenziosa, ardente di carità verso Dio ed il prossimo.

Umile in ogni sua attività, dotato di una forte sensibilità poetica, fu eletto patriarca di Costantinopoli nel 381.

Non fu mai uomo d’azione come Basilio, ma un mistico, un poeta contemplativo.

Due amici, due santi, così diversi, ma ugualmente stelle fulgide per la Chiesa di ieri, oggi e domani.

Proposito: una corona del Rosario per tutti i teologi

BEATA MARGHERITA COLONNA: FIGLIA DI SANTA CHIARA

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Nata da una nobile famiglia romana, le fu imposto il matrimonio, ma ella rifiutò: voleva diventare clarissa.

All’età di vent’anni, si ritirò con altre compagne a Castel S. Pietro, presso la Chiesa di S. Maria della Costa.

Indossò il saio e pose sotto di esso, il cilicio per la penitenza.

Visse da anacoreta per qualche anno, i suoi genitori si vergognavano di lei, era uno scandalo per tutta la città.

Con il fratello Giacomo, andò a Roma a pregare sulla tomba degli Apostoli Pietro e Paolo, e chiese la forza di seguire Cristo per tutta la vita.

Distribuì i suoi averi ai poveri, ed iniziò una nuova forma di vita: con l’aiuto del fratello Giacomo cardinale, fondò un monastero su una montagna vicino, dove si pregava e lodava il Signore.

Si occupò anche dell’assistenza e della cura dei malati e dei poveri, distribuendo cibo e medicinali.

Subito si sparse la voce della fama di santità della Beata Margherita: la sua unione con Cristo, povero e sofferente, cresceva sempre di più.

Aveva solo 29 anni, quando una grave malattia la costrinse a letto. Dopo poco tempo morì.

Il suo sepolcro divenne immediatamente meta di pellegrinaggi, oggi le reliquie si trovano nella chiesa di Castel S. Pietro, vicino Palestrina.

Margherita è stata una colonna per il passato e per il futuro: a lei guarda chi , amando di più Gesù e Maria, vuole farsi santo.

Proposito: una corona del Rosario per tutte le consacrate

SAN GIOVANNI DELLA CROCE: QUANDO LA SANTITA’ E’ MISTICA

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Sul letto di morte, chiese ai confratelli di leggergli qualche versetto del Cantico dei Cantici, il poema d’amore dell’Antico Testamento: anch’egli Giovanni, non stava forse andando incontro all’Amore?

Anche conosciuto come “il più santo dei poeti spagnoli”, si è guadagnato un posto d’onore nella letteratura, con le sue bellissime poesie a sfondo mistico.

Era un giovane di 23 anni, quando decise di lasciare tutto per Dio: nel 1563, entrò nell’ Ordine Carmelitano, divenendo “Fra Giovanni di San Mattia”.

Vita spirituale, contemplazione, ascesi, preghiera e penitenza: da subito Giovanni si mostrò come un gigante di Dio, un’anima eccezionale, una gemma brillante per tutto il mondo.

Era il 1567, quando ci fu un incontro provvidenziale: Giovanni conobbe Santa Teresa d’Avila, anche lei mistica, la quale stava lavorando con successo alla Riforma delle Carmelitane.

In quel periodo, stava pensando di estendere la riforma anche al ramo maschile dell’Ordine.

Nel 1568, Santa Teresa,  aprì il primo convento maschile ad Avila, condividendo con San Giovanni (che da allora cambierà il nome, aggiungendovi “della Croce”), il nuovo ideale di vita carmelitana.

Ma la Croce doveva ancora arrivare.

San Giovanni fu accusato di essere un frate ribelle e disobbediente, e per questo rinchiuso in carcere a pane ed acqua, umiliato e segregato come il peggiore dei delinquenti.

“Anche se attorno era notte”, come dirà egli stesso, in quel periodo scrisse le sue più belle poesie, ricche di Dio e di spiritualità contemplativa.

Solo nel 1580, dopo nove mesi di carcere, ottenne il permesso di uscire.

Sfiancato dalle sofferenze, ormai pronto al più importante degli incontri, tra il 13 ed il 14 Dicembre, ad Ubeda in Spagna, rese la sua anima a Dio; Maria, mistica aurora, l’aveva reso Padre di una moltitudine di anime, Dottore della Chiesa,  astro splendente per tutta la Chiesa.

Proposito: una corona del Rosario per tutti gli Ordini Religiosi

BEATA WILBIRG: PRIGIONIERA DI CRISTO

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Austria, XIII secolo.

La Beata ha solo 16 anni, quando con l’amica Matilde compie un pellegrinaggio in Spagna, tra le mete più diffuse nel Medioevo.

Tornata in Austria, la giovane decise di fare una scelta radicale: il giorno dell’Ascensione del 1248, si chiuse in una cella, presso la Chiesa dei Canonici Regolari di S.Agostino.

Gli eremiti sceglievano questa forma d’isolamento, all’esterno dei conventi, per poter usufruire della guida spirituale dei monaci.

La sua amica Matilde scelse una cella vicino alla sua, per poter condividere insieme alla migliore amica, quella forma di eremitaggio così estrema, che in breve portò entrambe sulle vette della santità.

Wilbirg visse per 40 anni in quella cella, sostenuta dalla fortezza di Cristo.

Solo una volta dovette lasciare il suo ritiro, quando nel 1275 fuggì insieme ai monaci nelle mura della città di Enns, a causa dei soldati di Rodolfo d’Asburgo.

La fama di santità si diffuse quando era ancora in vita: laici e religiosi, santi e peccatori, le chiedevano aiuto e consiglio, anche persone di alto rango.

Ebbe doni soprannaturali, come merito della sua unione con Dio.

La sua fama superò i confini dell’Austria: fu chiamata dalla Beata Agnese da Praga e dalla nipote di Papa Gregorio IX; mai però, volle abbandonare il raccoglimento della sua cella.

Morì a 56 anni, prigioniera di Cristo per 40 anni: ancora oggi nella Chiesa di San Florian, c’è il sarcofago contenente i suoi resti, che ha attirato ed attira ancora oggi, migliaia di pellegrini, affascinati dalla sua persona.

Una prigioniera, un’innamorata di Cristo e di Maria, una santa dei nostri giorni.

Proposito: una preghiera per tutte le suore di clausura

BEATO CHARLES DE FOUCAULD: LA SANTITA’ TRA LE DUNE

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Una giovinezza vissuta tra ateismo e ricerca sfrenata di ogni piacere: Dio non c’era.

Il Beato Carlo, intraprese in giovane età, la carriera militare: lo attirava questo tipo di vita, la possibilità di poter divenire un eroe, morendo sul campo di battaglia.

Fu però, presto congedato, a causa della cattiva condotta.

Scapestrato, senza lavoro né desideri, il giovane Carlo, si dedicò all’esplorazione geografica di una parte sconosciuta del Marocco: quest’impresa, gli valse una medaglia d’oro dalla Società geografica di Parigi.

Nel 1886, ritornò a Parigi. Inizierà un lungo cammino, che porterà il Beato dall’ateismo convinto, alle vette della mistica più sublime: Carlo cerca Dio, e quando lo scopre, vuole vivere solo per Lui.

Nel 1889 divenne monaco trappista, nel 1901 Sacerdote.

Per cercare il nascondimento ed il silenzio più eroico, il Beato Carlo scelse la vita eremitica, in un’oasi del Sahara, nel profondo dell’Africa, dove intorno c’è solo deserto.

Nel 1910, Carlo fondò un eremo sulla cima centrale dell’Haggar, e nel 1968, la Santa Sede approvò le varie Congregazioni ispirate da lui.

La sua preghiera si fa sempre più intensa, continua lungo la giornata: diventa elevazione mistica, non necessita più di parole o pensieri, ma di un semplice sguardo dell’anima.

Scrisse anche un dizionario francese-tuareg, per aiutare le popolazioni nomadi del Sahara, ad accostarsi alle verità di fede.

La sera del 1 Dicembre 1916, la sua abitazione, sempre aperta a tutti, viene saccheggiata dai predoni.

Il Beato Carlo fu ucciso brutalmente, senza pietà: Maria aveva preso con sè, l’anima di un mistico, un uomo di fede, un eroe vissuto nel deserto.

Proposito: sostare in Adorazione silenziosa presso il Tabernacolo

SAN GIOSAFAT KUNCEWYCZ: MARTIRE DELL’UCRAINA

san giosafat

Un Santo vissuto in un periodo storico particolarmente difficile: nel 1600 circa, in Russia i fedeli appartenevano, la maggior parte, alla Chiesa greco-ortodossa. Si tentò un’unione della Chiesa greca con quella latina, mantenendo i riti ortodossi, ma ristabilendo la comunione con Roma.

La Chiesa cosiddetta “uniate”, ottenne l’appoggio di Papa Clemente VIII e del Re di Polonia Sigismondo III, il quale amministrava la Rutenia ( parte dell’Europa Orientale), regione che dalla Russia era passata in mano alla Polonia.

In questo contesto politico e religioso così difficile, nacque Giovanni, che poi prese il nome di Giosafat, grande difensore della Chiesa uniate.

A vent’anni, nel fiore della giovinezza, si ritirò nel monastero basiliano della SS.Trinità, vivendo da eremita.

Fu un grande scrittore e difensore dell’unità della Chiesa: voleva riconciliare la Chiesa scismatica con la Sede Romana, riformò e fondò molti monasteri, affermò il celibato del clero.

Vescovo di Polock, restaurò le chiese: come un vero pastore, spinse il suo gregge verso l’unità della Chiesa, verso la Verità.

Maria lo aveva posto come guida di tante anime, ma voleva dare a questo figlio della gloriosa terra d’Ucraina, una corona in più.

Era l’autunno del 1623.

San Giosafat aveva appena terminato di celebrare la S.Messa, quando improvvisamente una folla numerosa lo assalì: morì a colpi di spada, per aver voluto guidare il suo popolo alla Verità.

Martire, testimone di Cristo, San Giosafat versò il sangue e pagò con la vita il prezzo della sua carità eroica verso le anime, verso l’umanità, verso la Chiesa.

Proposito: pregare una corona del Rosario, o offrire la S.Messa per tutti i cristiani perseguitati nel mondo.

SAN LEONARDO DI LIMOGES: IL SANTO DEI CARCERATI

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Era un nobile franco, amico del re Clodoveo ( 481-511): il re fu anche suo padrino di battesimo.

Come era uso per i giovani nobili dell’epoca, gli fu proposto di arruolarsi nell’esercito ma egli rifiutò, ponendosi come discepolo di S. Remigio, arcivescovo di Reims, il Santo che aveva convertito lo stesso re Clodoveo.

Il giovane nobile era chiamato ad una grande missione: grande era la sua carità, soprattutto nei confronti dei prigionieri delle guerre combattute contro i barbari, molto frequenti all’epoca.

San Leonardo chiese ed ottenne la liberazione dei prigionieri ; Clodoveo, colpito dalla grande virtù, gli offrì la dignità vescovile.

Il Santo si ritirò per pregare, per capire a cosa Dio l’aveva chiamato.

Non era stato chiamato ad essere Vescovo, ma eremita.

Si diresse dunque presso Limoges e lì si stabilì, per pregare e lodare Dio nel silenzio e nella contemplazione.

Un giorno incontrò la regina Clotilde, moglie del re Clodoveo, la quale aveva seguito il marito in una battuta di caccia: sorpresa dalle doglie del parto, fu aiutata da San Leonardo, a superare i dolori con le sue preghiere.

Per riconoscenza, il re Clodoveo gli offrì parte del bosco affinché potesse erigervi un monastero: San Leonardo costruì un oratorio, consacrandolo a Maria, bellissimo tratto di marianità di quest’anima contemplativa.

La sua fama di santità si diffonde in Germania, Inghilterra ed Aquitania: accorrono i malati ed ottengono la guarigione, ma soprattutto San Leonardo pregava ed intercedeva per tutti i prigionieri ed i carcerati di guerra; molti dopo essere stati miracolosamente salvati dal santo, accorrevano da lui per ringraziarlo, altri invece decidevano di restare con lui per sempre.

Morì santamente il 6 novembre, intorno alla metà del VI secolo, circondato dai suoi figli spirituali e dai tanti carcerati che aveva liberato.

San Leonardo è il protettore di tutti coloro che sono stati carcerati ingiustamente, invocato e pregato come liberatore, così come nell’ “Ave Maris Stella”, l’umanità prega Maria: “solve vincla reis”,  sciogli dai lacci i rei.

Proposito: offrire la Messa o una corona del Rosario per tutti i detenuti

SAN PAOLO DELLA CROCE: “GESU’ CROCIFISSO, MIA EREDITA’ “

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Ecco un santo che ha remato controcorrente per tutta la vita: primo di 16 figli, nasce in una famiglia di nobile origine.

Fin da bambino, mostrò propensione per la preghiera, l’adorazione, la meditazione: s’intratteneva anche molte ore davanti al Tabernacolo, molti lo osservavano stupiti.

“Cosa vorrà Dio da questo bambino?” si saranno chiesti in molti.

Durante la giovinezza rinunciò ad un matrimonio nobile e ad una ricca eredità.

La Passione di Gesù sarà la sua unica eredità.

Si fa eremita, sa che Dio lo ha chiamato ad una grande missione.

Ha solo 26 anni, quando il vescovo gli permette di vivere in solitudine presso una chiesa di Castellazzo, dove la famiglia si era trasferita quando era ancora bambino.

Nel silenzio e nella preghiera, scopre che Dio l’ha chiamato ad essere Fondatore: nel 1725, Papa Benedetto XIII, lo autorizza a raccogliere compagni per dare inizio ad un nuovo Ordine, l’Ordine dei Passionisti, i predicatori di Gesù Crocifisso, molti canonizzati dalla Chiesa.

Dopo l’approvazione della Regola e dell’Istituto, il primo capitolo si tenne nel 1747.

Paolo, accompagnato dal fratello Giovanni Battista, uno dei primi compagni, fu eletto all’unanimità primo superiore generale.

Nel 1771, fondò le Claustrali Passioniste, il ramo contemplativo dell’Istituto.

Il fondatore educa i primi compagni ad essere predicatori, a combattere l’ignoranza e l’abbandono al Vangelo.

Molti sono i giovani che rimangono affascinati da questo tipo di vita, molti chiesero di indossare l’abito nero con la croce ed il cuore: uno di questi sarà proprio San Gabriele dell’Addolorata, un altro Galileo Nicolini, morto a 14 anni e proclamato Venerabile dalla Chiesa.

Per quanto riguarda l’amore che nutriva San Paolo della Croce per l’Immacolata, potremmo scrivere interi trattati: la chiamava sempre “Mamma mia”, si scopriva il capo in segno di venerazione appena sentiva il suo nome.

Meditava spesso i dolori dell’Addolorata, recitava il Rosario con una devozione profonda, si preparava alla festa dell’Assunta con quaranta giorni di mortificazioni e digiuni.

Quando parlava della Madonna, si commuoveva, sembrava quasi estatico.

L’Immacolata lo aveva reso Padre di tante anime, in un Istituto mondiale, sviluppatosi attorno alla Croce di Gesù.

Proposito: pensare durante la giornata alla Passione di Gesù.