SANT’AGNESE: LA MARTIRE BAMBINA

agnese

Sgozzata come un agnello durante le persecuzioni di Diocleziano nel 304 d.C, Agnese aveva solo 13 anni quando affrontò il martirio: un’esistenza che, pur breve, continua ad essere ricordata.

Si era consacrata a Cristo, piccola ed intrepida vergine, ed aveva rifiutato il prefetto di Roma, il quale vistosi respinto, la denunciò in quanto cristiana.

Sant’Ambrogio nel “De Virginibus” scrisse a proposito:

“La sua consacrazione è superiore all’età, la sua virtù superiore alla natura: così che il suo nome mi sembra non esserle venuto da scelta umana, ma essere predizione del martirio, un annunzio di ciò ch’ella doveva essere. Il nome stesso di questa vergine indica purezza. La chiamerò martire: ho detto abbastanza… Si narra che avesse tredici anni allorché soffrì il martirio. La crudeltà fu tanto più detestabile in quanto che non si risparmiò neppure sì tenera età; o piuttosto fu grande la potenza della fede, che trova testimonianza anche in siffatta età. C’era forse posto a ferita in quel corpicciolo? Ma ella che non aveva dove ricevere il ferro, ebbe di che vincere il ferro. […]”

Nell’iconografia tradizionale, è raffigurata con un agnello ad indicare il suo candore ed il sacrificio.

Una figlia di Maria, giovanissima, che ha ottenuto la corona bianca e la corona rossa nella maniera più eroica.

Proposito: una corona del Rosario per tutti i bambini del mondo

PREGHIERA A SANT’AGNESE:

O ammirabile Sant’Agnese, quale grande esultanza provasti quando alla tenerissima età di tredici anni, condannata da Aspasio ad essere bruciata viva, vedesti le fiamme dividersi intorno a te, lasciarti illesa ed avventarsi invece contro quelli che desideravano la tua morte! Per la grande gioia spirituale con cui ricevesti il colpo estremo, esortando tu stessa il carnefice a conficcarti nel petto la spada che doveva compiere il tuo sacrificio, ottieni a tutti noi la grazia di sostenere con edificante serenità tutte le persecuzioni e le croci con cui il Signore volesse provarci e di crescere sempre più nell’amore a Dio per suggellare con la morte dei giusti una vita di mortificazione e sacrificio. Amen.

SAN CARLO BORROMEO: IL SANTO DELL’ “HUMILITAS”

 

san carlo

L’umiltà è sempre stata il motto della sua vita, nonostante fosse nato in un famiglia nobile ed importante.

Con tutte le sue forze si dedicò al ministero episcopale, guidato dal desiderio di salvare molte anime.

“Le anime si conquistano con la preghiera umile”

E’ stato questo il suo progetto di vita.

Divenne Vescovo a 25 anni. Era un uomo di lettere, molto colto: fondò a Roma le “Notti Vaticane”, un’Accademia frequentata da importanti personalità del tempo.

Fu eletto Vescovo di Milano: nel 374 d.C, la città aveva conosciuto un altro Vescovo santo, Sant’Ambrogio, contemporaneo di Sant’Agostino e San Vigilio.

L’arcidiocesi di Milano era molto vasta: San Carlo la visitò a lungo, fondando centri di accoglienza per malati, anziani, orfani e poveri.

Aveva un cuore aperto alla carità: donò molti dei suoi beni a coloro che erano privi di mezzi, difese la Chiesa contro le mire dei più potenti, fu l’ispiratore di confraternite e di istituti a favore dei dimenticati.

Sempre con umiltà, pazienza e preghiera: digiuno e penitenza, orazione costante, grande carità.

San Carlo Borromeo divenne per tutta la Chiesa, un esempio di santità.

Umile e ricco di virtù come Maria, immerso in Dio in ogni occupazione: contemplazione ed azione in lui si fondevano insieme.

Continuò fino all’ultimo a seguire personalmente le sue fondazioni, divorato dalla febbre e dai dolori di una vita ricca di sacrifici.

Senza mai fermarsi, senza mai riposo per salvare le anime: come deve essere allora, la carità di Maria verso ognuno di noi?

E’ il 1584: San Carlo Borromeo, vita eroica e consumata solo per gli altri, muore serenamente, aggiungendosi alla schiera degli uomini di Chiesa, che si sono santificati compiendo il loro ministero fino all’ultimo istante.

Proposito: pregare una corona del Rosario per tutti i Vescovi