SANT’ALESSANDRO: PATRIARCA D’EGITTO

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Campione di fede e protagonista della lotta contro l’arianesimo, nel 313 d.C. fu eletto Patriarca di Alessandria, in un momento di grande difficoltà per la Chiesa.

Scelse i futuri chierici tra uomini di grande virtù ed iniziò la costruzione della chiesa di S. Theonas, la più grande della città.

Combatté l’eresia ariana, introdotta da Ario, il quale per diffondere la propria dottrina si serviva perfino delle canzoni che il popolo cantava, senza rendersi conto degli errori dottrinali in esse contenute.

In un primo momento, tentò di far ragionare Ario con dolcezza, ma fallito anche questo metodo, fu costretto a convocare un sinodo di Vescovi, durante il quale le testi di Ario furono respinte.

Nella controversia s’inserì anche l’Imperatore Costantino, il quale, per insistenza di Alessandro, convocò il concilio di Nicea (325), dove l’eresia ariana fu definitivamente confutata.

Alessandro, ormai stanco e consumato dagli anni, tornò ad Alessandria, dove la morte lo colse qualche mese più tardi.

I suo contemporanei lo descrissero come un uomo tenuto nella massima considerazione dal popolo e dal clero, magnificente, liberale, eloquente, amante di Dio e di Maria, dedito ai poveri, al bene ed alle mortificazioni.

Proposito: una corona del Rosario per tutti i Vescovi

SANT’AURELIA DI ALESSANDRIA: QUANDO LA SANTITA’ E’ GIOVANE

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Sant’Aurelia fa parte di quella schiera di giovanissimi martiri, che nelle prime persecuzioni cristiane, offrirono il loro sangue a Gesù.

Martiri come San Pancrazio, Sant’Agnese, Santa Lucia, Santa Caterina, San Tarcisio….

L’elenco è lunghissimo. Giovani e giovanissimi, come Aurelia, che fu uccisa a 16 anni, secondo l’esame medico dei suoi resti mortali.

Vissuta nel III secolo, sotto l’Impero di Valeriano, fu educata dalla madre alla dottrina cristiana.

Quando Aurelia seppe che i suoi cugini, avevano a Roma subito il martirio, insieme alla madre si diresse verso la capitale dell’Impero, per onorare e venerare quei campioni di fede, e per stabilire la loro dimora nelle catacombe di San Sebastiano.

Qui, la giovane conobbe un nobile pagano, Clodio Dionisio, che s’innamorò di lei.

Dopo poco tempo, si festeggiarono le nozze.

Il marito Clodio, attirato dalle virtù della sposa e dalla santità di questa, chiese il Battesimo.

Forse per invidia di qualche rivale di Clodio, Aurelia fu denunciata insieme alla madre, in quanto cristiana.

Arrestata ed interrogata, fu costretta ad assistere alla decapitazione della madre e della zia; il giorno dopo, un colpo di spada le recise il capo.

Clodio raccolse i resti della giovane sposa pagandoli a peso d’oro, e li ripose in una tomba di marmo bianco, insieme ad un’ampolla con il sangue versato da Aurelia.

Coprì la tomba con una lapide, e scrisse:

“Clodio Dionisio pose ad Aurelia d’Alessandria, sua benemerita consorte”

La giovanissima sposa, da Clodio amata fino a condividerne la fede, era stata uccisa perchè cristiana.

Ringraziamo Maria che sono esistite ed esistono tutt’oggi, anime coraggiose e generose, pronte a morire pur di difendere la propria fede.

Proposito: chiedere all’Immacolata di rafforzare la nostra fede

SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA: 18 ANNI PER GESU’

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Ha soltanto 18 anni Caterina, quando versa il suo sangue con un coraggio senza pari.

E’ il 305 d.C, quando giunge a Roma in vece di governatore, Massimino Daia.

Si organizzano feste e cerimonie, in cui si richiede di sacrificare agli dei: Caterina si rifiuta, per non tradire la sua fede.

Massimino convoca allora, un gruppo di intellettuali alessandrini, affinché convincano la giovane ad adorare gli dei.

Che cosa accade? Sono gli intellettuali che decidono di convertirsi al cristianesimo, e per questo sono decapitati da Massimino.

Lo spietato governatore chiede allora la mano della giovane, Caterina rifiuta e viene condannata ad una morte dolorosissima: una ruota avrebbe fatto strazio del suo corpo.

Per un miracolo riesce a salvarsi, poi però viene decapitata; il suo corpo, oggetto di grande venerazione da parte dei fedeli, viene trasferito da Alessandria sul Sinai.

La sua storia ha fatto il giro del mondo: la martire che a 18 anni testimonia la sua fede, è attestata a Roma, a Napoli e soprattutto in Europa settentrionale, segno di una considerazione molto ampia già all’epoca.

Oggi Santa Caterina è la protettrice di tutti i giovani e titolare di molte confraternite femminili; affinché molti, seguendo il suo esempio, possano vivere solo per Gesù, come ha fatto Maria nella sua vita.

Proposito: una corona del Rosario per tutti i giovani

SANTA TAIDE: “SOLO DIO MI BASTA”

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La storia di questa santa ha un che d’incredibile.

Taide era una ricca donna d’Alessandria, che divenne una meretrice.

Era nota per la sua grande bellezza ed, a causa di questo, portò alla perdizione molte anime.

Un giorno, un asceta, San Pafnuzio, andò a farle visita.

L’ammonì per tutto il male che stava compiendo, per tutte le anime che portava a commettere peccati, così che la donna si decise a cambiare vita.

Bruciò in piazza tutti i suoi averi ed entrò in convento, praticando una dura e severa penitenza in espiazione di tutti i suoi peccati.

“Solo Dio mi basta” diceva continuamente in quei tre anni di clausura.

Da peccatrice ad anima orante, così come Sant’Agostino, San Camillo de Lellis e molti altri.

E forse l’Immacolata non cerca in tutti i modi di aiutare un’anima e di farle cambiare vita?

Si spense santamente, dopo che San Pafnuzio le ebbe assicurato che le molte lacrime versate per i suoi peccati l’avevano salvata.

Santa Taide è la santa dello straordinario, dell’impossibile: da peccatrice si è trasformata in una meraviglia di Dio e dell’Immacolata.