Un grande santo per virtù e sapienza: brillante per intelligenza sin da giovane, studiò a Padova e Bologna, finché non fu notato dal predicatore domenicano Giordano di Sassonia, che lo invitò ad entrare nel suo Ordine.
Il giovane Alberto, già da tempo stava pregando e meditando per capire la sua strada: nell’Ordine domenicano trovò la sua vocazione, la sua autentica realizzazione spirituale.
Divenne maestro per grande sapienza a Colonia, Ratisbona e Parigi: tra i suoi allievi ebbe persino San Tommaso d’Aquino, grandissimo teologo, il “Dottore Angelico”, scrittore di quell’opera immensa che è la “Summa Theologiae”.
Nel 1260 fu nominato Vescovo di Ratisbona: riorganizzò parrocchie e conventi, dando un profondo impulso alle opere di carità.
Rimase alla guida della diocesi per due anni, poi tornò a Colonia come insegnante.
Fu un grandissimo conoscitore di ogni disciplina: scienze naturali, fisica, astronomia, chimica, zoologia.
Scrisse un’enciclopedia, studiò le opere di Aristotele: era conosciuto con l’appellativo “Magno”.
Nutriva una profondissima devozione per Maria.
Da giovane, incontrò delle difficoltà nello studio della Teologia: Maria lo animò a perseverare, dicendogli che solo sul finire della vita, affinché non si montasse in superbia, gli sarebbe stata tolta “l’arte di sillogizzare”
Come Maria aveva predetto, pochi anni prima di morire, la sua memoria si spense.
Anelava ormai solamente al Cielo, consumato da stanchezza e travagli: il 15 novembre 1280, Sant’Alberto Magno, grande Dottore, Teologo e Sapiente, entrò tra i Beati del Cielo, dopo aver compiuto in vita grandi cose.
Proposito: impegnarsi nei propri doveri di studio